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Ricovero pazienti post Covid a Trebisacce. «Struttura ospedaliera non adeguata»

Ricovero pazienti post Covid a Trebisacce. «Struttura ospedaliera non adeguata»
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L’ospedale di Trebisacce scelto per ospitare alcuni pazienti post-acuti da Covid-19 dimessi dal Policlinico di Catanzaro in quanto negativizzati dal contagio. Si tratterebbe, in particolare, di 8 pazienti da ospitare, dopo i necessari lavori di adeguamento, nella ex RSA che sorge al primo piano, in adiacenza alla Lungodegenza. A protestare contro questa decisione è subito intervenuto il Direttivo del Sindacato FIALS per mezzo del Segretario provinciale Antonio Caccuri e del segretario aziendale Antonio Paolino che contestano questa scelta, chiedendo l’intervento delle autorità politiche locali affinchè si adoperino per scongiurare «la riconversione della Lungodegenza in Reparto POST-COVID-19 giustificando tale decisione con lo scarso utilizzo in questi giorni del reparto», ritenendo quest’ultimo un alibi che non regge in quanto «in questo particolare momento storico in tutta Italia i ricoveri ordinari sono stati sospesi.

Considerato il pronunciamento della Magistratura, – incalzano i due sindacalisti – ci saremmo aspettati la riapertura dei reparti chiusi a suo tempo (con responsabilità della politica tutta) e non certamente un blitz per una tipologia di ricoveri che non hanno, di contro, ragione di essere per inadeguatezza di infrastrutture, per carenza di attrezzature e per mancata formazione del personale». Proseguendo nelle critiche verso questa scelta, Caccuri e Paolino ricordano che, a proposito di Covid-19, sono stati allestiti appositi reparti “per acuti” attraverso cui fronteggiare l’eventuale diffusione del contagio investendo ingenti risorse economiche e che con una adeguata organizzazione potrebbero ospitare anche pazienti post–acuti, anche nei casi frequenti di ripositivizzazione. In questo modo, e non certo presso il “Chidichimo” – aggiungono i due sindacalisti della Fials – questi pazienti troverebbero risposte sanitarie adeguate, mentre si sceglie di utilizzare una struttura sanitaria inadeguata come quella di Trebisacce solo per decongestionare le strutture dedicate al COVID trasferendo nel “Chidichimo” pazienti di altri Reparti favorendo così lo spettro di eventuali possibili contagi».

A proposito poi di carenza di personale, Caccuri e Paolino ricordano che a Trebisacce, a causa dell’annullamento del Concorso per OSS con cui si potevano sanare la loro posizione, esistono ancora ausiliari che, a loro rischio, attendono, molti di loro con contratto part-time, alle mansioni di operatori socio-sanitari pur non avendone il riconoscimento contrattuale. «Ci saremmo aspettati di sentire parlare del potenziamento del personale del Pronto Soccorso – denunciano i segretari provinciale e aziendale della Fials – che dal I° giugno scenderà a sole 4 unità mediche per turni h/24, (e non sappiamo se l’Ispettorato del Lavoro sarà d’accordo), del potenziamento del personale medico della Radiologia e dell’organico medico della Lungodegenza che a brevissimo perderà il Primario e il suo Vice e resterà con un solo medico, e non la riconversione di un Reparto che, a costo di grandi sacrifici personali, negli ultimi tempi è stato una garanzia per l’Alto Ionio Cosentino. La struttura Ospedaliera di Trebisacce – sottoscrivo i due sindacalisti della Fials – va riaperta per la cura di patologie per le quali i cittadini non hanno mai potuto abbandonare i famigerati viaggi della speranza. Nella sanità, infatti, – proseguono i due sindacalisti – non esiste solo il Covid-19 sia pure negativizzato ma sempre nell’incertezza di un ritorno del contagio che metterebbe a rischio non solo il paziente interessato, come del resto ritengono tutti i virologi del mondo. Si tratterebbe, infatti, di un rischio troppo grande sia per i pazienti interesserati, sia per i nostri utenti della sanità, sia per il personale e sia per le popolazioni locali che hanno fatto tanti sacrifici nei mesi scorsi per tenere lontano il contagio a partire – sottolineano Caccuri e Paolino – dalla comunità di Trebisacce che ha risposto con grande serietà e dedizione dimostrando vero senso di civiltà dando risposte adeguate e positive ai reiterati appelli da parte del Comune di Trebisacce che oggi, per coerenza, ha il dovere di allontanare questa ventilata ipotesi che non sarebbe certamente una vittoria ma una colossale contraddizione a spese dei cittadini e dei dipendenti tutti. E comunque, per scongiurare questo rischio – conclude la nota di Caccuri e di Paolino – questa organizzazione sindacale si impegnerà ad essere attenta e vigile nel segnalare alle autorità competenti ogni eventuale violazione, ritenendo non adeguato ai pazienti post-covid-19 la struttura ospedaliera di Trebisacce».

Pino La Rocca

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