Lotta al Covid. La Calabria richiede un ospedale da campo con nuovi posti letto

Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, comunica di aver appena terminato di fare il punto sull’emergenza sanitaria e sulle richieste di ospedali da campo e Covid hotel pervenute in queste ore dalle Regioni. Ad oggi la Protezione Civile, insieme al Ministero della Difesa e alla Croce Rossa Italiana, ha attivato 6 ospedali da campo dislocati in Abruzzo, Liguria, Piemonte, Sardegna, Umbria e Valle d’Aosta, per un totale di 660 posti letto. “Bene Calabria e Molise – commenta Boccia – per aver già inoltrato la richiesta al Capo della Protezione civile perché si attivi un ospedale da campo (nella foto quello allestito a Cuneo) anche sul loro territorio, in modo da avere così altri 140 posti letto”.
Per quanto riguarda, invece, i Covid hotel (si parla di uno per ogni provincia italiana) il Commissario all’emergenza, Domenico Arcuri, ha chiesto formalmente a tutte le Regioni di trasmettere entro martedì 17 le esigenze specifiche per ogni territorio in modo da poter attivare in pochi giorni strutture che possono ospitare pazienti positivi asintomatici che devono restare in isolamento domiciliare o pazienti con pochi sintomi che non necessitano di ospedalizzazione. “Dobbiamo alleggerire il peso sui pronto soccorso – dice il ministro Boccia al termine della riunione con il Capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli – e rafforzare sempre di più la cintura esterna delle nostre reti ospedaliere; siamo al lavoro ogni giorno con le Regioni per velocizzare tutte le procedure e dare a ogni cittadino la garanzia di avere cure dedicate immediate”.
Anche il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, ha chiesto formalmente al Diparimento Nazionale di Protezione Civile l’allestimento di un ospedale da campo a supporto del nosocomio cittadino ormai a rischio saturazione. Il sindaco della Città Bruzia si è detto disponibile ad individuare un’area idonea per la nuova struttura sanitaria di emergenza. A questa ipotesi di ospedali da campo ha però risposto negativamente l’ex consigliere regionale Orlandino Greco (Italia del Meridione) che propende per la riapertura degli ospedali chiusi di montagna e di frontiera, come magari Trebisacce. “Tali strutture – sostiene Greco – agirebbero in deroga ai principi di autorizzazione e di accreditamento istituzionale e servirebbero al tracciamento ed al monitoraggio, con lo scopo aggiuntivo di decongestionare il sistema delle degenze Hub e Spooke”.
Vincenzo La Camera