«Non c’è stata nessuna festa di pensionamento, nessun buffet e nessun assembramento in Comune». Lo dichiara a Paese24 il sindaco di Oriolo, Simona Colotta, mettendo fine (forse) ad alcune voci che circolano in paese in queste ore, cristallizzate anche in una interrogazione consiliare a firma dei consiglieri di Minoranza, Franco Cirò e Giuseppe Corrado.

I FATTI PRESUNTI – La Minoranza Consiliare attraverso una interrogazione protocollata in Comune chiede spiegazioni al sindaco su quanto sarebbe avvenuto il tardo pomeriggio della Domenica delle Palme, dove nella Sala Consiliare si procedeva ai preparativi, imbandendo un buffet – scrivono Cirò e Corrado – per un saluto di pensionamento di una dipendente comunale. La Minoranza – continuano i consiglieri – si è sentita in dovere di intervenire chiedendo spiegazioni su una vicenda che se fosse avrebbe contorni quasi grotteschi. Alla luce di quanto avvenuto ad Oriolo durante la prima ondata di Coronavirus, con tanti contagiati in paese (uno dei primi comuni “zona rossa” della Calabria) dove si piangono anche delle vittime, «com’è possibile si chiede e chiede la Minoranza organizzare una simile manifestazione in barba alle disposizioni vigenti e per di più la domenica sera, aprendo il Comune per l’occasione?».

LA RISPOSTA DEL SINDACO – «Mi trovavo in casa quando sono stata avvisata dai Carabinieri della nostra stazione, i quali mi informavano di un certo numero di persone davanti al Comune e di una tavola imbandita in Sala Consiliare. Mi sono subito recata al Palazzo di Città – continua il racconto del sindaco – e devo dire di aver provato io stessa stupore nel constatare di quanto anticipatomi dai Carabinieri». Ma il sindaco Colotta precisa come la situazione non sia affatto degenerata e sfociata nell’illegalità e nella mancanza di buon senso, «come vorrebbe far credere qualcuno, pronto ad approfittare, anche in questo periodo di un minimo passo falso (che non c’è stato) di un’Amministrazione che giorno e notte si sta battendo quasi a mani nude per difendere dal virus la comunità».

LA VERSIONE DEL PRIMO CITTADINO – «Appena giunta in Comune ho immediatamente impedito che i presenti davanti il Palazzo di Città entrassero. Mi sono poi recata in Sala Consiliare provvedendo a sgombrare la stessa dall’allestimento di vivande che era stato predisposto. Non si sarebbe creato nessun assembramento – specifica Simona Colotta – perché – da quanto mi è stato riferito – si sarebbero predisposti dei vassoietti (già pronti sul tavolo) da consegnare ai dipendenti comunali (con ingressi scaglionati) come segno di ringraziamento da parte della signora collocata in quiescenza dopo anni di collaborazione. Ma non ho acconsentito nemmeno a questo passaggio. Infatti la sottoscritta era a conoscenza soltanto di un breve saluto che si sarebbe dovuto tenere in maniera sobria nella Sala Consiliare. Da ciò, nel giro di poco tempo la stanza e è stata sgombrata dalle vivande ed io stessa ho chiuso il portone del Comune, mettendo fine a quello che poteva diventare un episodio sopra le righe ma che non lo è stato affatto. Tant’è – dichiara il sindaco – che i Carabinieri non hanno riscontrato nessuna infrazione e nessuna sanzione è stata elevata».

IN CONCLUSIONE – Comunque, il gruppo di Minoranza, all’interno della interrogazione consiliare ha chiesto anche la convocazione di un Consiglio Comunale straordinario per discutere pubblicamente dell’episodio. «Ritengo di non stigmatizzare affatto il comportamento della dipendente comunale – riprende il sindaco Colotta – sempre ligia al dovere e rispettosa delle regole. Alla base di questo episodio c’è sempre stata la buona fede, anche se – ammette il sindaco – poteva dare adito a comportamenti non proprio consoni al periodo che stiamo vivendo».

Vincenzo La Camera