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Nasce Associazione frantoi di Pollino e Sibaritide. «Ci sentiamo poco tutelati»

Nasce Associazione frantoi di Pollino e Sibaritide. «Ci sentiamo poco tutelati»
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di Federica Grisolia – Nasce a Saracena il coordinamento per dare i natali dell’associazione dei Frantoiani del Pollino e della Sibaritide, che rappresenta per il momento oltre 30 imprese frantoiane. Si chiamerà Associazione Calabria Citra Frantoi Oleari. Nei giorni scorsi è stata tenuta, nella sala consiliare del comune di Saracena, condotta da Leone Chiaramonte, Pierluigi Ferraro e Domenico Gullo, con la presenza dell’assessore all’Agricoltura del Comune di Saracena, Angela Lucia Pugliese, anche collaboratrice della segreteria dell’assessore regionale Gianluca Gallo. All’assemblea vi è stata la presenza dei frantoiani o loro delegati dei comuni di Saracena, San Basile, Castrovillari, Firmo, Altomonte, Cassano alla Jonio, Frascineto, San Lorenzo del Vallo, Spezzano Albanese, San Marco Argentano, San Giorgio Albanese, Firmo, Terranova da Sibari e Tarsia, i quali, dopo una accesa discussione sulle problematiche che attanagliano ormai da decenni queste realtà produttive, smaltimento acque reflue e di lavaggio, prezzo delle olive, prezzo dell’olio, prezzo delle sanse, reperimento lavoratori, dopo aver analizzato le ultime, e non minori, problematiche quale il caro energia e tutti gli aumenti dei sottoservizi, è stato completato l’iter per la costituzione del coordinamento che varerà l’associazione frantoiani con la firma dei 25 soci fondatori e con l’elezione di Leone Chiaramonte, Domenico Gullo, Pierluigi Ferraro, Angiolino Farinella, Matteo Filomia, Luigi Papaleo, Antonello Gialdino, Vittorio Gangale, Andrea De Filippo,Francesco Braile, Tricoci Giuseppe, Leonetti. Una realtà associativa che sin dalla sua costituzione rappresenta gli interessi di un centinaio di aziende che gravitano attorno al nucleo dei soci fondatori e che stanno completando il percorso di adesione. Tra le proprie finalità l’associazione annovera quella di rappresentare le istanze di un comparto che, secondo la base associativa, «è stato poco tutelato sia in termini di immagine che in termini di difesa degli interessi economico-sociali».

«I frantoiani del Pollino e della Sibaritide – esordisce Leone Chiaramonte frantoiano di Saracena -, oggi finalmente sono nelle condizioni di essere rappresentati da altri frantoiani, da gente che comprende le loro istanze perché ne hanno condiviso per intero il percorso imprenditoriale. La categoria è stata troppo spesso considerata l’anello debole della filiera agroalimentare perché ritenuta luogo in cui si concentravano le speculazioni. Purtroppo, la realtà dei fatti è diametralmente opposta: la fase della trasformazione è stata l’anello di congiunzione che per un cinquantennio ha tenuto in piedi la filiera olivicola, e spesso ne ha subito in prima linea i contraccolpi del mercato. Per semplice riduzionismo o per visioni forzatamente semplicistiche, si è associata la categoria dei frantoiani alla fase di commercializzazione all’ingrosso del prodotto olivicolo. Ma per anni noi frantoiani siamo stati principalmente il trade d’union tra l’agricoltura e l’industria, e se il sistema agroalimentare nazionale e regionale si può fregiare di un valore aggiunto sul mercato per il Made in Italy, lo deve anche a noi, al nostro impegno ed ai nostri sacrifici».

«Vogliamo dare il nostro contributo – conclude Chiaromonte, in rappresentanza del coordinamento – ponendoci in prima linea nell’attivazione di percorsi di informazione e promozione per il riconoscimento, da parte del consumatore finale, delle peculiarità di prodotto che sottendono i regimi di qualità. La parola d’ordine è unità per la qualità. Se a parlare saranno i fatti, piuttosto che le parole, allora vorrà dire che avremo fatto soltanto il nostro dovere».

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