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Trebisacce, Consorzio Bonifica. Consiglieri dimessi. Ecco cosa succede adesso

Trebisacce, Consorzio Bonifica. Consiglieri dimessi. Ecco cosa succede adesso
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di Pino La Rocca – Consorzio di Bonifica di Trebisacce: l’era Blaiotta sembrerebbe giunta al capolinea. Lasciano infatti 9 su 16 componenti del Consiglio dei Delegati i quali, dopo un’approfondita riflessione sullo stato dell’arte della vertenza dei circa 150 lavoratori in stato di agitazione da oltre 40 giorni per non aver ricevuto il salario da oltre sette mesi, hanno rassegnato le dimissioni. In una lettera indirizzata ai vertici dell’ente irriguo e al Dipartimento Agricoltura della Regione, i 9 dimissionari hanno motivato la loro decisione scrivendo che: “Nonostante l’impegno del Presidente e della Deputazione, ai quali va il nostro ringraziamento, alla luce degli ultimi accadimenti, compresa la manifestazione di protesta del 14 novembre scorso, oltre all’esposto presentato dai sindacati alla Procura della Repubblica di Castrovillari – conclude la lettera – riteniamo che non ci siano più le condizioni per una gestione ordinaria e serena dell’ente consortile». Questi i nomi dei consiglieri dimissionari: Salvatore Acri, Angelo Pasquale Caravetta, Alessandro Piluso, Salvatore Antonio Oliva, Stefano Pirillo, Francesco Morrone, Gino Vulcano, Carlo Alberto Falco e Angelo Tocci. Cosa avverrà adesso? Non è affatto facile ipotizzare una soluzione semplice e veloce, tanto è vero che il Dipartimento Agricoltura della Regione guidato dall’Assessore Gianluca Gallo, a seguito della segnalazione di presunte irregolarità che si sarebbero verificate all’interno del Consorzio di Bonifica di Trebisacce che avrebbero portato ad un massiccio indebitamento dell’ente, ha già nominato una Commissione, con mandato di accesso agli atti, che dovrà approfondire la situazione contabile e accertare le condizioni in cui versa il bilancio dell’Ente Consortile. Solo dopo aver fatto luce sulla situazione dei debiti e dei crediti il Presidente della Giunta Regionale Roberto Occhiuto potrà nominare un Commissario Straordinario che, oltre a soddisfare le legittime spettanze dei 150 dipendenti, potrà riportare l’Ente Irriguo alla ripresa dell’attività ordinaria.

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