San Donato di Ninea, vinse le elezioni per un voto. Consiglio di Stato lo conferma sindaco dopo ricorso di alcuni cittadini
Il Consiglio di Stato ha confermato la validità delle elezioni comunali di San Donato di Ninea. Si chiude, quindi, una disputa che andava avanti da qualche mese tra l’amministrazione comunale guidata da Francesco De Rose (che vinse le elezioni con un solo voto di scarto sulla lista avversaria nel maggio del 2011) e alcuni cittadini. «I magistrati del Consiglio di Stato – ha comunicato l’amministrazione comunale di San Donato di Ninea – nella motivazione della sentenza, hanno dichiarato inammissibile il ricorso presentato contro la lista “San Donato nel cuore”, perché nessun presente al seggio elettorale, come nessuna altra figura deputata alla contestazione del voto o alle segnalazioni sul verbale, ha contestato tempestivamente e secondo regola quanto dichiarato nella denuncia. Pertanto – prosegue la nota diramata dal comune guidato da De Rose (nella foto in basso) – non avendo i ricorrenti o altri per loro adempiuto all’onere di specificare in quella sede vizi o irregolarità, la quinta sezione ha respinto il ricorso accettando la tesi difensiva per cui le motivazioni dei ricorrenti erano soltanto un pretesto, per di più utilizzato fuori tempo, per far annullare le votazioni e ritornare così alle urne».
«Spero che chi, in tutti questi mesi, tramando alle spalle dei sandonatesi e provando a delegittimare in ogni modo questa amministrazione, senza riconoscere la propria sconfitta politica – ha dichiarato il primo cittadino di San Donato di Ninea –, con questa ennesima dichiarazione di validità e conferma della volontà popolare, potrà finalmente ritrovare la tranquillità perduta e accettare serenamente la nostra azione amministrativa. Nonostante in questi nove mesi – ha proseguito De Rose – i ricorrenti e i sostenitori di tale azione insensata hanno saputo solo esser causa di un profondo dispiacere per la propria comunità, oltre al danno economico che questo inutile ricorso ha arrecato alle casse comunali, dovendo il comune pagare ventimila euro per il costo di difesa e per le spese di giudizio compensate con ragioni equitative, in qualità di sindaco di tutta la comunità sandonatese voglio rassicurare i nostri sostenitori, ma soprattutto chi non ci ha votato, che opereremo sempre e comunque per il bene comune e per la creazione di uno sviluppo che porti indistintamente benefici alla popolazione».
Pasqualino Bruno