Trebisacce, niente radiografie al Chidichimo. Pazienti in fuga verso gli ospedali vicini
Continuano i disagi dei pazienti dell’Alto Jonio a cui, dopo la chiusura del “Chidichimo”, viene negato anche una diagnostica dignitosa. E’ stato infatti riparato, dopo oltre un mese di fermo il mammografo e nel frattempo è andato in tilt per l’ennesima volta il sistema radiologico telecomandato con il quale si esegue la maggior parte delle radiografie. Medici di nuovo con le braccia conserte e pazienti costretti a subire disagi ed a cercare altrove soluzioni alternative. Tutti in processione dunque, anche per una semplice radiografia, verso gli ospedali “pubblici” di Corigliano-Rossano (sempre più intasati), o verso la struttura “privata” di Scanzano (MT), diventata ormai una vera succursale della sanità calabrese. Per la verità non è la prima volta che il “tavolo telecomandato Rx” si è inceppato perché si tratta di un’attrezzatura ormai vecchia e obsoleta. Da quanto è dato sapere, lo stesso tecnico-riparatore avrebbe sconsigliato di investire circa 20mila euro per la sola riparazione e avrebbe consigliato di prenderne uno nuovo. Cosa che, sembra, l’Asp abbia deciso avviando la procedura per acquistarne uno nuovo. Il problema è che la gara d’appalto, secondo le disposizioni più recenti indirizzate a ridurre la spesa pubblica, è passata nelle mani della Consip, la società nazionale appaltante che opera alle dipendenze del MEF, per cui si prevedono tempi lunghi che, secondo voci, potrebbero estendersi fino a tutta la stagione estiva. Altro che Bandiera Blu e turismo di massa! Come dare torto, infatti, a una famiglia di potenziali turisti che sceglie altre destinazioni per le proprie vacanze se si rende conto che da queste parti non è stato attivato il Pronto Soccorso, come era stato promesso e come pare non si faccia in tempo ad avviare, se non si può fare neanche una semplice radiografia?
Pino La Rocca